Si è appena conclusa l’edizione 2018 del Salone Internazionale del Libro di Torino che ha visto la partecipazione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). I visitatori hanno avuto modo di interrogare i protagonisti della ricerca su alcune delle più affascinanti tematiche della Fisica Moderna, dalle onde gravitazionali alla materia oscura. Sergio Bartalucci Scienza e Tecnologia. Che cosa ha fatto l’Europa? Catalina Oana Curceanu Dai buchi neri all’adroterapia. Un viaggio nella Fisica ModernaEditore: Springer – I Blu (2013) leggi di più Barbara Sciascia Da qui al Big Bang e-book scaricabile gratuitamente Lucia Votano Il fantasma dell’universo. Che cos’è il neutrino Lucia Votano La via della seta. La fisica da Enrico Fermi alla Cina |
Mese: Maggio 2018
Presidente Fs Ghezzi entra in board istituto Ue innovazione
La presidente delle FS, una renziana di ferro, nominata presidente dal già dimissionario Governo Gentiloni, entra a far parte dell’EIT (European Innovation and Technology Institute), che ha sede a Budapest (link).
Che cos’è l’EIT?
Creato nel 2008, l’Istituto, che avrebbe dovuto ricalcare nella concezione, e non solo nel nome, il famosissimo Massachusetts Institute of Technology (MIT) americano, diventò operativo nel 2010 e poté godere di un budget cospicuo di 300 M€ per il periodo 2008–2013, aumentato a 2.38 G€ per il periodo 2014–2020. Caratteristica unica dell’EIT è la struttura non centralizzata, diversa da quella immaginata dal Presidente della Commissione Europea Barroso nel 2005, che fu subito accantonata per l’evidente difficoltà di creare in pochi anni un’istituzione in grado di rivaleggiare con il gigante americano. Quindi si preferì ripiegare su una soluzione da sempre più congeniale alle strategie europee: una rete distribuita di partner. Così sono state nate le Comunità della Conoscenza e dell’Innovazione (Knowledge and Innovation Communities, KICs), adesso arrivate al numero di tre, e cioè Cambiamenti Climatici, Energia Pulita e ICT. Queste operano attraverso dei concentratori definiti “co–location centres”, sparsi attraverso tutta l’Europa, mentre il quartiere generale dell’EIT resta fissato a Budapest. EIT avrebbe dovuto finanziare i KICs fino a un massimo del 25% del budget totale, in realtà le cose sono andate diversamente. Il compito di allineare partner differenti e la complessità di costruire un terreno comune e di dotarsi di regole comuni si è rivelato molto difficile, in quanto ciò richiede un alto livello di fiducia reciproca fra i partner, una buona struttura organizzativa e manageriale e sistemi di valutazione intelligenti. All’inizio della sua attività appariva chiaro che EIT avrebbe operato soprattutto creando reti di ricerca fra imprese, università e centri di ricerca preesistenti, senza costruirne di nuove e senza rilasciare diplomi europei. Solo in seguito sono stati attivati corsi di avvio all’imprenditorialità, Master e Dottorati con l’etichetta “KIC”, che non hanno finora riscosso molto successo. Già nel 2011 alcuni autorevoli commentatori avevano sollevato fieri dubbi sulla strutturazione e la gestione dell’istituto ma nonostante la promessa di una correzione di rotta ben poco è stato fatto, tant’è che nel 2015 le varie criticità dell’istituto sono state evidenziate in un severo rapporto pubblicato recentemente dalla Corte dei Conti Europea (ECA) che sottolinea “la mancanza di risultati tangibili” ed indica l’urgenza di significative riforme legislative ed operative per il prosieguo dell’attività.
‘The State of the Union’, sfida sulla solidarietà in Europa (e l’autoreferenzialità della ricerca scientifica targata UE)
Le stelle d’Europa in parata a Firenze presso l’Istituto Universitario Europeo (10-11 maggio)(Link).
Finanziato dall’UE, l’Istituto Universitario Europeo ha fra gli Enti con sede in Italia uno dei più alti tassi di successo nella competizione per i contratti dell’ERC, l’organo europeo dedicato al finanziamento della ricerca fondamentale. Ci saremmo stupiti del contrario.
Nel periodo 2007-2015 ha ottenuto ben 15 contratti ERC, contro i 26 del ben più grosso CNR, i 22 della “Sapienza” di Roma, i 21 della “Bocconi” di Milano, Le materie che vi sono trattate sono economia, storia, giurisprudenza, scienze politiche, accademia di diritto europeo, da un corpo docente costituito da 78 docenti + 147 fellow e assistenti di ricerca per 600 studenti. Se pensiamo che i ricercatori di staff del CNR sono circa 5000 e il personale docente della “Sapienza” circa 3400 per 100.000 studenti, beh…delle due l’una: o le nostre strutture di ricerca sono ormai fatiscenti (il che in parte è vero) oppure l’Europa, come si dice della gallina fortunata, “che fa l’uovo e se lo beve”, si fabbrica i premi e se li dà, tutto da sola.
Il bilancio europeo per il 2021-2027: coro di critiche
Vedi anche (link).
II comunicato stampa, con gli allegati 1 e 2
Il budget per la Ricerca e l’Innovazione
I commenti seguiranno
Creazione d’imprese startup: molto più semplice ora, ma ci sono difficoltà
108 startup create online a marzo: è record
Venerdì, 27 Aprile 2018
Nel solo mese di marzo 2018 ben 108 startup innovative sono state costituite online: si tratta del mese più prolifico dall’avvio della nuova procedura digitale. Scopri di più nel nuovo rapporto. (link con il MISE)
L’Europa in affanno: come far quadrare i bilanci con la Brexit ormai definitiva?
(ANSA) – BRUXELLES, 30 APR – Tagli ai fondi per le politiche agricole e di coesione; maggiori sforzi finanziari da parte degli Stati; nuove condizionalità che regolano i rubinetti degli aiuti: Bruxelles fissa i suoi paletti, per far quadrare il bilancio Ue 2021-2027, ed i Paesi, che nei mesi scorsi avevano già tracciato le loro linee rosse, affilano le armi in attesa del giorno della verità.
continua su (link)